La lingua cinese, o cinese mandarino, appartiene alla famiglia delle lingue Sino-tibetane. Sapete che non ha un alfabeto e che la scrittura cinese è il sistema più antico ancora oggi in uso? In questo articolo vi raccontiamo tutto cosa avete sempre voluto sapere sulla lingua cinese.
Ecco cosa imparerete:
La lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese è il cinese mandarino, che possiamo definire come una delle varietà di lingua cinese che si parlano in Cina. Con una popolazione di circa 1.5 miliardi di persone e 56 diversi gruppi etnici, in Cina in realtà coesistono innumerevoli dialetti e varietà linguistiche, più o meno intelligibili tra loro.
Il cinese mandarino, la cui pronuncia si basa sul dialetto di Pechino, è la lingua dell’educazione, della politica, della burocrazia e dei media, oltre che una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Secondo Ethnologue 2020, ha 1,12 miliardi di parlanti ed è la lingua più diffusa al mondo per numero di parlanti madrelingua. La maggior parte dei cinesi parla correntemente almeno un dialetto locale o varietà linguistica, oltre al mandarino.
Il cinese mandarino e i dialetti derivati, sono diffusi nel nord e nel centro della Cina, nel Sichuan, nel nord-est (Manciuria) e al sud-ovest. Questa particolare distribuzione si deve principalmente a ragioni geografiche: la Cina settentrionale, caratterizzata da grandi pianure che hanno facilitato le comunicazioni e gli scambi, presenta una varietà minore di lingue e dialetti; al contrario, nella Cina meridionale, dove prevalgono montagne e fiumi, si osserva una maggiore diversità linguistica.
Il dialetto di Pechino, capitale e centro politico della Cina da 800 anni, ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di quella che è oggi considerata la lingua cinese standard che si insegna nelle scuole in Cina e nel mondo.
Il cinese mandarino del Nord della Cina è la varietà di lingua cinese che ha status di lingua ufficiale nazionale della Repubblica Popolare Cinese, così come stabilito dall'articolo 19 della Costituzione. È chiamato putonghua (普通话 pǔtōnghuà, "parlata comune"), si basa sulla pronuncia del del dialetto di Pechino, e sul vernacolare moderno per la lingua scritta.
Ai primi del Novecento, con la caduta dell'Impero e la nascita della Repubblica Cinese, inizia un intenso dibattito sulla lingua e sulla necessità di avere una lingua franca accessibile a tutti. Prendendo spunto dalla pronuncia del dialetto mandarino parlato a Pechino, viene elaborata così una prima forma di cinese standard, denominata dapprima guoyu (国语 guóyǔ, "lingua nazionale" ) e in seguito putonghua. Questa lingua franca viene adottata come standard ufficiale dalla Repubblica di Cina nel 1932 e viene mantenuta anche dopo la nascita della Repubblica Popolare Cinese nel 1949.
Oltre a svolgere la funzione di lingua franca e lingua ufficiale nel variegato panorama linguistico e dialettale del paese, oggi il cinese mandarino è diventato anche un importante ponte per gli scambi culturali tra la Cina e i paesi stranieri.
Gli studiosi distinguono sette gruppi dialettali per quanto riguarda la lingua cinese
I dialetti Wu, parlati a Shanghai e nelle regioni limitrofe, e i dialetti Yue, parlati a Guangzhou (Canton), Hong Kong, Macao e regioni limitrofe, sono i più diffusi dopo i dialetti del Nord e il mandarino.
Una particolarità dei gruppi dialettali del cinese è che dal punto di vista dell'intelligibilità reciproca, potrebbero essere considerati vere e proprie lingue differenti del gruppo linguistico del cinese. Tuttavia, l'utilizzo di un unico sistema di scrittura basato su caratteri che si tramandano da almeno due millenni, fa sì che siano considerati, anche dai parlanti stessi, come dialetti di una stessa lingua che rappresenta la cultura del paese.
Il termine "mandarino" è stato utilizzato nelle lingue europee a partire dal XVI secolo per riferirsi ai funzionari dell'impero cinese. Con il termine cinese mandarino storicamente si fa riferimento alla lingua cinese usata a corte, quella della burocrazia e dei funzionari. Ad esempio, le varietà storiche di lingua cinese definite "mandarino medio" e "mandarino tardo-imperiale", vale a dire il guanhua (官话 guānhuà, "lingua di corte, lingua ufficiale"), erano le lingue della politica e della burocrazia usata durante le dinastie Ming (1368 - 1644) e Qing (1644 - 1912). Il guanhua, in un primo momento, era basato sul dialetto di Nanchino (prima capitale della dinastia Ming), per poi "spostarsi" sulla pronuncia di quello di Pechino in seguito al trasferimento della capitale dell'impero. Anche se oggi non esiste più l'Impero cinese, quando si parla di cinese mandarino di solito ci si riferisce al cinese moderno standard ufficializzato dalla Costituzione della Repubblica Popolare Cinese.
Sapete che in Cina esistono diversi modi per indicare la lingua cinese?
La parola hanyu (汉语, Hànyǔ), che letteralmente significa "lingua degli Han" è la lingua cinese propriamente detta, che include tutti i dialetti, tra cui cantonese e cinese mandarino, le varietà storiche e il cinese moderno standard ufficializzato dalla Costituzione e insegnato nelle scuole in Cina e all'estero (come L2). Per riferirsi alla lingua cinese scritta, invece, si è soliti utilizzare il termine zhongwen (中文 zhōngwén), una forma che affonda le radici nell'antico cinese classico wenyan (文言 wényán) e nel più moderno vernacolare baihua (白话 báihuà).
Esiste poi la parola putonghua (普通话 pǔtōnghuà, "parlata comune"), la cui pronuncia si basa sul dialetto di Pechino e la grammatica dal vernacolare baihua, che come abbiamo visto sopra è il nome del cinese moderno standard o cinese mandarino standard, così come indicato nella Costituzione. Il putonghua a Taiwan è chiamato guoyu (国语 guóyǔ, "lingua nazionale" ), mentre a Singapore, in Malesia e in altre zone dell'Asia si chiama huayu (华语 huáyǔ, "parlata cinese").
La lingua cinese moderna standard (o cinese mandarino standard), basata sulla varietà di cinese mandarino di Pechino e sul vernacolare scritto, appartiene alla famiglia delle lingue sino-tibetane, ha un sistema di scrittura non alfabetico, è una lingua tonale e isolante.
Per quanto riguarda la scrittura, non esiste un alfabeto cinese. La scrittura si basa sui caratteri (汉字 hànzì), spesso erroneamente chiamati ideogrammi, che hanno una storia millenaria. Ogni carattere è associato un significato e nel cinese antico ogni carattere era una parola. Nel cinese moderno standard, invece, nella maggior parte dei casi per costruire una parola servono due o più caratteri.
Cosa significa invece "lingua tonale"? Significa che il cinese è una lingua con 4 toni, più uno neutro, vale a dire che il significato di ogni parola varia a seconda del tono con cui è pronunciata. I toni sono indicati solamente nella trascrizione fonetica dei caratteri, tramite l'uso di accenti che segnalano l'andamento della voce. Prendiamo come esempio ma, che nei quattro diversi toni significa:
Come potete notare, ad ogni variazione di tono del suono "ma" corrisponde un carattere diverso e un significato preciso. Nella lingua cinese il fenomeno degli omofoni è molto diffuso; questo deriva dal fatto che esiste un numero limitato di sillabe (circa 400) con le quali si formano decine di migliaia di parole diverse. Il sistema dei toni ha permesso di moltiplicare le possibili combinazioni sillaba-significato. Nonostante i toni però, esistono ancora molti omofoni, distinguibili solamente dal contesto o dalla scrittura. Un esempio? La sillaba kuai, se pronunciato al quarto tono (kuài) può significare "veloce" (快), oppure "pezzo" (块). Volete saperne di più sulla scrittura cinese? Continuate la lettura con questo articolo...
Per lingua isolante, invece, si intende che il cinese, al contrario delle lingue latine come l'italiano, lo spagnolo o il francese, presenta pochissime forme flesse. In parole più semplici, non ci sono tempi verbali oppure coniugazioni, non esiste il numero né il genere (se non per qualche rara eccezione). Si usano particelle grammaticali per indicare l'aspetto del verbo, vale a dire indicare se l'azione è finita/passata o in corso, non ci sono articoli e la funzione delle parole è deducibile dalla posizione all'interno della frase.
In molti si chiedono come funzioni la scrittura cinese. Esiste un "alfabeto cinese"? Ma gli ideogrammi si usano ancora oggi? Come fanno i cinesi a scrivere al computer se non hanno le lettere? Proviamo a scoprire la risposta a queste domande.
Come abbiamo spiegato nel paragrafo precedente, non esiste un alfabeto cinese. Ancora oggi in Cina per scrivere si usano i caratteri (汉字 hànzì), spesso erroneamente chiamati ideogrammi. A ogni carattere corrisponde un significato, un'idea, un concetto, una cosa... Vi state chiedendo quanti sono i caratteri cinesi? Lo Zhonghua Zihai, il più grande dizionario cinese pubblicato, ne comprende oltre 85000! Se avete appena iniziato a imparare il cinese non scoraggiatevi: conoscendone dai 2500 ai 5000 sarete in grado di leggere e comunicare fluentemente!
La scrittura cinese è la più antica ancora in uso oggi. Le ossa oracolari utilizzate durante la dinastia Shang (1600-1046 a.C.) per la divinazione sono il primo esempio di scrittura cinese. Gli indovini, servendosi di gusci di tartaruga o scapole di bue come supporto, rappresentavano con simboli e disegni la domanda per la quale serviva un responso. L'osso veniva poi bruciato con una fiamma viva e, in base alla direzione e alla tipologia di crepe create dal fuoco, l'indovino interpretava la risposta degli dei. Gli ideogrammi e i caratteri della scrittura cinese, quindi, hanno origine proprio da questi simboli usati dagli indovini sulle ossa oracolari! Si stima che circa il 4% di tutti i caratteri cinesi derivi direttamente dai primi pittogrammi e ideogrammi, il restante 96% sono caratteri composti accostando più elementi semantici o fonetici.
Nel 1956, per aumentare il tasso di alfabetizzazione della popolazione, i caratteri cinesi sono stati semplificati. Oggi infatti esistono due set di caratteri: quelli semplificati usati nella Repubblica Popolare Cinese e quelli tradizionali usati a Hong Kong e Taiwan., ma i caratteri cinesi tradizionali sono ancora usati a Taiwan e Hong Kong.
Per quanto semplificati, viene da chiedersi come si possa scrivere senza un alfabeto, soprattutto quando si tratta di inviare email o messaggi! In Cina hanno tastiere speciali? E come si fa a memorizzare come si pronuncia un carattere? La risposta a entrambe queste domande è il pinyin (拼音 pīnyīn, letteralmente "trascrivere suoni"), un sistema per trascrivere i caratteri con l'alfabeto latino.
Il pinyin è stato concepito come uno strumento per facilitare l'apprendimento della lingua cinese standard intorno agli anni Sessanta, fino a diventare il sistema ufficiale per la trascrizione della pronuncia standard dei caratteri nel 1979. Grazie al pinyin, in Cina i computer e i cellulari utilizzano le comuni tastiere QWERTY con le 26 lettere latine: scrivendo la pronuncia del carattere, apparirà la lista delle possibilità in base al tono e al significato. Ad esempio digitando la sillaba "ma", appariranno i caratteri che abbiamo visto prima (妈 mā, 麻 má, 马 mǎ, 骂 mà) più altre possibilità e, in base a cosa voglio dire, sceglierò il carattere corretto.
I caratteri cinesi sono composti da tratti. Ogni carattere si scrive con un ordine dei tratti ben preciso, altrimenti si rischia che il risultato sia un simbolo incomprensibile o scorretto agli occhi di un cinese madrelingua. La regola generale per ricordarsi l'ordine giusto dei tratti di un carattere è: dall'alto al basso, da sinistra verso destra. Per esempio, anche per scrivere il semplice carattere 口 "bocca", bisogna rispettare un ordine fisso: si inizia dal tratto verticale a sinistra (dall'alto verso il basso), il secondo tratto è composto dalla linea superiore orizzontale (da sinistra verso destra) e quella verticale sinistra tracciate senza interruzione, come ultimo tratto la linea orizzontale in basso (da sinistra verso destra).
Con un totale di 57 tratti, il carattere "biang" è il più complicato da scrivere! Negli ultimi anni è diventato famoso perché un professore di una scuola lo faceva scrivere agli alunni come punizione. Se siete studenti alle prime armi non temete: lo troverete solo passeggiando per le strade di Xi'an, sulle insegne dei ristoranti di spaghetti tirati a mano. Biang, infatti, è usato per riferirsi agli spaghetti biángbiáng, una specialità della cucina cinese!
Se il cinese ha un sistema di scrittura così antico, come fanno ad esistere parole come computer o cellulare? Si inventano ogni volta nuovi simboli? Per creare parole nuove in cinese ci sono due modi.
Il primo si basa sull'aggregazione di più caratteri per creare il significato della parola nuova (abbiamo visto che il cinese moderno è una lingua monosillabica), come nel caso di 飞机 (fēijī, aereo, letteralmente "volare+apparecchio"), 电脑 (diànnǎo, computer, letteralmente "elettricità+cervello") e 手机 (shǒujī, cellulare, letteralmente "mano+apparecchio").
La seconda tecnica è usare i suoni. Si scompone la parola straniera in sillabe e si cercano caratteri con un suono simile nel repertorio della lingua cinese. Questo metodo è utilizzato soprattutto con i nomi propri di persone, i nomi delle città e di molti stati esteri e per alcuni prodotti importati. Per esempio, Italia in cinese si dice 意大利 (Yìdàlì, dall'inglese Italy), il caffè si chiama 咖啡 (kāfēi) e il cioccolato (巧克力 qiǎokèlì)
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